sabato 2 marzo 2013

Sofia

"Glielo chiesi per la terza volta. (...) Lui accese una sigaretta e mi guardò spazientito, come un adulto alle prese con un bambino insistente. Disse che preferiva non parlarne. Sentiva che parlandone avrebbe rischiato di perdere qualcosa: perché il processo che si stava compiendo era misterioso, e le parole facevano chiarezza, e quello non era il momento della chiarezza ma di immergersi nel mistero fino al collo."
                                                               (Paolo Cognetti, Sofia si veste sempre di nero)

lunedì 28 gennaio 2013

L.F.

Quando era poco più di un ragazzo - e a ricordarlo ora si stupisce di quanto le cose siano cambiate per lui - aveva scritto queste parole: "Solo l'amore mi lega alla vita, alla realtà, alle voglie e quindi ai discorsi. Senza amore sono niente, se non ho una persona che mi frulla nella testa sono a secco, terribilmente vuoto. E non scrivo".

Ora, in volo sopra la Germania, specchiando il suo viso invecchiato e appesantitocontro un tramonto siderale, capisce che da quando ha rinunciato all'amore - in certi momenti, camminando per strada, nella musica di una discoteca, solo nella sua stanza, sente queste parole: "E' morto! E' morto! E' morto! colpirgli il cervello come tante frecce infuocate - altro non sta facendo che concentrarsi su di sé per imparare ad amare quella persona che porta il suo stesso nome, che gli altri riconoscono come se stesso e che Lui sta portando in viaggio attraverso l'Europa.

Ora sa che per continuare a scrivere e progredire deve amare quella stessa persona che la carta d'identità ha assegnato al suo stesso posto, lì, accanto al finestrino che gli apre lo sguardo verso un giorno e una notte d'Europa.

(Pier Vittorio Tondelli, Biglietti agli amici)

martedì 25 dicembre 2012

Ironia

"Tutto ormai si svolge come se l'espressione diretta di un sentimento, di un'emozione, di un'idea sia diventata impossibile, perché troppo volgare. Tutto deve passare attraverso il filtro deformante dell'ironia e del distacco". (Michel Houellebecq)

domenica 25 novembre 2012

L'Ulisse di tutti noi

"Una delle nostre tragedie sta nel fatto che, attraverso la convivenza, dai nostri vicini non abbiamo imparato le cose migliori, ma le peggiori. I serbi non hanno colto le virtù degli albanesi, così come gli albanesi non hanno colto quelle dei serbi". (Bekim Fehmiu)

domenica 18 novembre 2012

Inquietudine e irrequietezza

"Penso che l'inquietudine si leghi al disagio provocato da una certa nostra inadeguatezza al senso del fare e dell'essere. L'inquietudine insomma spezza il rapporto con la nostra identità. Ha a che vedere con l'anima e con il tempo, in particolare con il modo in cui ne facciamo esperienza. L'irrequietezza, viceversa, comincia dal cervello e mina il nostro rapporto con lo spazio, distrugge le certezze che noi abbiamo su di esso: improvvisamente la misura che ci lega a un luogo, la distanza che ci è familiare, diventa asfissiante. Un mistico o un poeta posso coltivare la loro inquietudine. L'irrequietezza appartiene ai bambini o ai viaggiatori". (Bruce Chatwin, da "Camminare, una rivoluzione" di Adriano Labbucci, Donzelli Editore).


Cominciare

"Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita" (Italo Calvino, dalla prefazione de "Il sentiero dei nidi di ragno").

lunedì 22 ottobre 2012

Non voglio sapere

(...) E' proprio così, da soli, che davvero ci si sposa. In segreto, come ombre aderenti, le nostre ombre non viste nemmeno da noi stessi. E i nostri glutei riflettono gettando, come fionde, luce su astrazioni e concretezze, su ideologie, su fedi, su ideali, su valori e patrimoni vari, solidi e aeriformi, ossia su tutto ciò che rovina la vita. Se penso a te - lei dice e anch'io - penso solo a te, non devo ridurmi a mettere insieme esistenza e senso, non devo complicarmi a collegare, a tenere fisse e salde quelle astruse fermezze che non ho, né umiliarmi a credere di credere. (...) Non voglio saperne, non voglio sapere. Questo sfiorarono i primi scrittori delle cose umane quando ci collocarono nel giardino in Eden: lavoro e sapienza non sono che assilli. Nudi, senza vergogna ci risiamo. E qui, ora, io non penso che a te, tu non pensi che a me. Chissà se riusciremo a non pronunciare la frase distruttiva: "C'è tutto un mondo là fuori". A non rivestirci, a non uscire come numeri del lotto, l'ambo giocato e preso da chi è là nel mondo. (Pasquale Panella, SPOSIAMOCI, dal numero di ottobre 2012 di IL, il maschile de IL SOLE 24 ORE).